Hygiène de l'assassin - Recensione

Pubblicato il 24 ottobre 2021 alle ore 12:00

“Hygiène de l’assassin” è un metaromanzo della scrittrice belga Amélie Nothomb. In un noir incalzante e avvincente, la Nothomb assegna al protagonista, il rinomato scrittore Prétextat Tach, il compito di dedicarsi a riflessioni sul mestiere dello scrittore e sulla lettura. Il romanzo è spaventosamente originale e difficilmente si lascia descrivere a parole o inquadrare in un genere. 

Il romanzo in breve 

Prétextat Tach è un celeberrimo scrittore a cui è stata diagnosticata la sindrome di Elzenveiverplatz, un rarissimo cancro alle cartilagini. Prossimo alla morte, l’autore accetta, seppur con riluttanza, di essere intervistato da cinque giornalisti. Tach è noto per essere orribilmente obeso, ma più del suo aberrante aspetto fisico, è il suo carattere insopportabilmente arrogante, misantropo e misogino a turbare gli intervistatori. In una feroce battaglia di retorica e logica, Tach sconfigge i giornalisti uno dopo l’altro, almeno fino all’arrivo dell’ultima intervistatrice. In Nina, Tach trova una degna avversaria che, oltre a tenere testa alla logica senza fondamento dello scrittore, lo incastra nell’ammissione di un sanguinoso segreto che ha macchiato la sua adolescenza. Il finale è crudo e inaspettato, e non fa sconti a nessuno.

Lo stile

In “Hygiène de l’assassin”, Amélie Nothomb costruisce un lungo esercizio di stile per esplorare l’affascinante regno della logica e della retorica fini a se stesse. Il libro è costituito interamente da dialoghi, che prevedono l’alternanza di lunghi monologhi e logorree di Monsieur Tach a feroci battute scambiate a ritmo serrato. Con l’arrivo di Nina, la retorica si fa in un primo momento fiorita e sublime grazie al talento della giornalista, che sa difendersi da Tach utilizzando le stesse armi retoriche. 
- Elle ne m'avait rien demandé explicitement, mais ce n'était pas nécessaire.
- Oui, c'est exactement ce que je disais. Dans quelques instants, vous allez me vanter les vertus du non-dit.

Procedendo verso la fine del romanzo, Nina sfrutta un linguaggio sempre più carnale e crudo per sporcare le illusioni idealistiche del vecchio scrittore che, sentendosi punto sul vivo, risponde a sua volta con un linguaggio volgare e rozzo, dimenticando la sua preziosa retorica.
- Je vous incommode, hein? Assassiner les gens, ça ne vous dérange pas, mais l'idée que vos victimes pissent et chient, ça vous est insupportable, hein? L'eau de votre lac devait être bien trouble si, en rêpechant le cadavre de votre cousine, vous n'avez pas vu le contenu de ses intestins remonter vers la surface.
Attraverso Tach, la Nothomb ritrae una logica illogica che segue ragionamenti senza interessarsi alla verità delle loro conclusioni o alla correttezza del ragionamento stesso. Ne troviamo un esempio quando Tach riduce l’amore e l’identità a una questione grammaticale di coniugazione verbale:
Apprenez, petit avatar, que si la conjugaison n'existait pas, nous n'aurions même pas conscience d'être des individus distincts, et cette sublime conversation serait impossible.
In questo caso è evidente che l’esistenza dei pronomi di prima e seconda persona è la manifestazione linguistica della consapevolezza di una propria identità distinta da quella degli altri, e non la sua causa. Ma nella mente di Tach, i piani del linguaggio e della realtà si ribaltano, ed è la verità linguistica a prevalere su quella del mondo.
All’altro estremo di questo approccio, Amélie Nothomb sfrutta l’obesità del protagonista per rimpolpare letteralmente la narrazione, portando la dimensione idealistica del linguaggio agli istinti primari e più bassi dell’uomo. Le descrizioni fisiche e corporee sono incisive e colpiscono il lettore - e i giornalisti - dritto nello stomaco.
Mais lui! Lui! Un vrai viscère, ce type! Lisse comme un foie, gonflé comme son estomac doit l'être! Perfide comme une rate, amer comme une vésicule biliaire! Par son simple regard, je sentais qu'il me digérait, qu'il me dissolvait dans les sucs de son métabolisme totalitaire!
Non è casuale la continua menzione di Louis-Ferdinand Céline, autore francese che ha inserito spesso nelle sue opere l’indigestione, la nausea e il vomito.  

La scrittura e l'autoerotismo

Il processo della scrittura si fonde nell’autoerotismo e nel godimento. Tach elenca gli organi necessari allo scrittore per svolgere degnamente questo mestiere, e tra questi sono considerati fondamentali gli organi sessuali maschili, che forniscono la forza creatrice, la prolificità e il godimento. Anche la mano, nella scrittura come nell’autoerotismo, ha il potere di portare lo scrittore al godimento. Questo piacere estatico è da considerarsi l’unico movente per l’uno e per l’altro atto.
La main, c'est pour jouir. C'est atrocement important. [...] Ecrire sans jouir, c'est immoral. L'écriture porte déjà en elle tous les germes de l'immoralité. La seule excuse de l'écrivain, c'est sa jouissance.
La scrittura è fondamentale per Tach poiché il linguaggio e la logica, nella sua mente, possiedono un grado di realtà superiore alla realtà stessa. Citando impropriamente Proust, la vera vita è la letteratura. 

La lettura e gli uomini-rana

Nel libro viene portata avanti una pesante critica nei confronti di giornalisti, critici letterari e semplici lettori. I giornalisti si recano dall'intervistato completamente impreparati, senza aver letto le sue opere e ripetendo meccanicamente interpretazioni sentite da altri. Anche i critici letterari, i primi fornitori di queste attendibili interpretazioni, discorrono per ore su libri che non hanno letto.
Enfin, je constate avec un soulagement un peu sénile que le monde littéraire n'a pas changé: c'est encore et toujours le triomphe de ceux qui font semblant d'avoir lu Machin.
L’atto di “non leggere” non si limita alla non lettura di un libro, ma si declina anche nel significato di attraversare i libri restando totalmente impermeabili alle loro lezioni di vita, ai loro insegnamenti, continuando a vivere la stessa vita di prima senza lasciarsi mai penetrare.
Il y a tant de gens qui poussent la sophistication jusqu'à lire sans lire. Comme des hommes-grenouilles, ils traversent les livres sans prendre une goutte d'eau
Per questo motivo, il lettore autentico deve compensare l’azione penetrativa della scrittura offrendo uno spazio intimo dentro di sé per accoglierne la forza creatrice.
Parallelamente al suo smisurato appetito, Tach dichiara di possedere uno smisurato appetito per i libri, cioè di divorarli e digerirli, assorbendone le componenti e lasciando che queste alterino il suo corpo e la sua mente.
Moi, je lis comme je mange : ça ne signifie pas seulement que j'en ai besoin, ça signifie surtout que ça entre dans mes composantes et que ça les modifie.
Non leggere, quindi, significa anche leggere senza comprendere, o comprendere ma poi dimenticare. 

Interpretazione del finale

Ho letto diverse interpretazioni riguardo al finale del romanzo e, a dirla tutta, non sono d’accordo con nessuna. Il finale è naturalmente inaspettato, ma - a mio avviso - non enigmatico o insensato. Tach è una caricatura che valuta la logica più del significato delle conclusioni e, per questo motivo, non riesce a comunicare con i giornalisti. La sua non è una battaglia di opinione ma un mero esercizio di stile. Allo stesso modo, Tach è oltremodo ossessionato dalla coerenza della sua vita e della sua opera, e dichiara di aver smesso di scrivere a causa dell’incapacità di trovare una struttura che tenesse in piedi il suo impero di libri. In modo involontario, le osservazioni carnali di Nina gli forniscono gli strumenti per chiudere il cerchio: il cancro ha colpito lo scrittore alle cartilagini perché i libri sono reti di cartilagini che si possono percorrere in avanti e indietro nel tempo. È questo che rende la letteratura eterna. L’omicidio della cuginetta Léopoldine viene punito e controbilanciato dalla sentenza assassina di Nina.
Nina crede di aver vinto la battaglia contro Tach, ma per lo scrittore le cose sono andate diversamente. Pensando di ingannarlo, Nina si è fatta ingannare a sua volta e ha finito per eseguire esattamente gli ordini del suo “padrone”. Una volta compreso che la morte per strangolamento avrebbe costituito il finale perfetto per la sua vita e il coronamento della sua opera, e che gli avrebbe aperto la strada all’immortalità, Tach si sacrifica volontariamente per la coerenza e la logica che gli sono tanto care, e spinge Nina ad assassinarlo. La vittoria di Tach si comprende dall’ultima frase del romanzo. 

Les voies qui mènent à Dieu sont impénétrables. Plus impénétrables encore sont celles qui mènent au succès. Il y eut, suite à cet accident, une véritable ruée sur les oeuvres de Prétextat Tach. Dix ans plus tard, il était un classique.

Nina ora non è altro che un’assassina, mentre Tach è volato fino alle vette della letteratura. 

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