“Normal People” è un romanzo acclamato dalla critica della giovanissima scrittrice irlandese Sally Rooney. Il tema centrale del libro è l’influenza sociale, cioè l’influenza che la percezione che gli altri hanno di noi esercita sulla nostra percezione di noi stessi. La reazione a questa influenza si declina in modo diverso nei due protagonisti adolescenti Connell e Marianne: Connell si sforza a tutti i costi di essere “normale” e di mantenere le apparenze per inserirsi felicemente nella società; Marianne è immune all’opinione altrui e si muove nell’indifferenza. Il punto d’arrivo per entrambi i protagonisti tuttavia sarà lo stesso: la realizzazione che non sono “persone normali”.

Il romanzo in breve
Connell e Marianne frequentano la stessa scuola e si ritrovano a intrattenere una bizzarra relazione sentimentale in cui esplorare liberamente i sentimenti e la sessualità.
Mentre sulla scala sociale Connell è relegato ai gradini più bassi, nella gerarchia di popolarità a scuola è Marianne a essere emarginata e derisa. Ritenendo opportuno salvare le apparenze in pubblico, a scuola Connell ignora Marianne, e lei accetta passivamente la situazione non sentendo la necessità di ostentare la relazione. Ottenuto il diploma, Connell si trasferisce a Dublino per restare più vicino a Marianne, ma qui i ruoli si invertono. Marianne è circondata di amici e rispettata, mentre Connell non riesce a stringere nessun legame e si isola progressivamente. A causa di numerose incomprensioni, le loro strade si dividono ed entrambi iniziano a frequentare altre persone, pur mantenendo una salda l’amicizia. Rendendosi conto di non poter essere davvero se stessi con nessuno, entrambi cadono in uno stato depressivo di apatia. Dopo l’ennesimo episodio di maltrattamente da parte del fratello, Connell si convince a portare in salvo Marianne. La relazione ricomincia, ma quando tutto sembra andare per il verso giusto, Connell ottiene una borsa di studio a New York.
Lo stile
Il romanzo è suddiviso in capitoli che scandiscono la successione temporale degli eventi, segnalando in quale mese e anno si svolgono i fatti narrati. Inizialmente, la forma narrativa sembra essere quella di una classica storia d’amore adolescenziale, ma presto si aggiungono numerosi livelli di spessore. Entrambi i personaggi sono caratterizzati in modo straordinariamente accurato, e dispongono di un vasto ventaglio di gesti, parole e comportamenti che li contraddistinguono. I dialoghi, in particolare, sono costruiti in modo impeccabile. Pur non segnalando graficamente l’inizio e la fine del dialogo, il linguaggio e l’intercalare di Connell e Marianne sono così personali da risultare inconfondibili.
Le relazioni e l’influenza sociale
Il romanzo affronta il tema del proprio senso d’identità e della percezione di sé in relazione al rapporto con gli altri. Pervasiva è la presenza della vergogna. I diverbi tra Connell e Marianne scaturiscono sempre da una inconfessata paura di svelare all’altro un aspetto intimo di sé che non viene considerato “normale”. Comunicare le proprie sensazioni e le proprie necessità viene spesso considerato un atto poco appropriato al contesto. Quando Connell tenta di chiedere a Marianne di ospitarlo a Dublino, la reazione inaspettata della ragazza suscita in lui un’improvvisa insicurezza e un senso di vergogna tale da impedirgli di chiarire le sue intenzioni. La peculiare mancanza di comunicazione verbale viene sostituita da un pressante desiderio di intimità sessuale. Connell ammette a se stesso di avere bisogno di Marianne attraverso il sesso, cercando più profondità fisica e sognando talvolta di potersi addormentare dentro di lei:
“In the spring he would sometimes wake up at night beside Marianne, and if she was awake too they would move into each other's arms until he could feel himself inside her. He didn't have to say anything, except to ask her if it was alright, and she always said it was. Nothing else in his life compared to what he felt then. Often he wished he could fall asleep inside her body. It was something he could never have with anyone else, and he would never want to.”
Solo durante questo atto d’amore Connell riesce a essere se stesso e ad accettare la propria sessualità. Per Marianne, invece, il sesso è la conquista della libertà attraverso una sottomissione volontaria. Abbandonandosi a Connell, Marianne sente di poter finalmente abbassare le proprie difese.
Sia Connell che Marianne manifestano grande fatica a trovare se stessi e il senso della propria vita, tanto che sembrano mettere continuamente in pausa la loro esistenza rimandando giudizi e decisioni all’infinito. Nello sforzo di adattarsi a una “normalità” imposta e accettata dalla società, entrambi finiscono per frequentare altre persone. Marianne si trova a perpetuare gli abusi subiti a casa anche nel rapporto con Jamie, arrivando a chiedergli di picchiarla durante i loro momenti di intimità. Connell, invece, trova una temporanea serenità grazie alla presenza rassicurante di Helen, e ostenta la “normalità” della nuova relazione:
“Helen is the first girlfriend he has introduced to his mother and he finds he's curiously eager to impress on Lorraine how normal their relationship is and how nice a person Helen considers him to be”.
Ma entrambi sanno che non possono fingere per sempre. Alla fine del libro, scopriamo che il disagio di Marianne proviene dalla sua consapevolezza di non essere come gli altri e dalla paura che nessuno possa amarla per quello che è:
“I don't know what's wrong with me, says Marianne. I don't know why I can't be like normal people. [...] I don't know why I can't make people love me".
Anche Connell, dall’abisso della depressione, deve arrendersi all’evidenza di essere diverso, e accettare che l’identità che assume in presenza di Helen è solo una finzione:
“He couldn't summon up the energy to act normal”. “Why do you have to act so weird around her? He frowned, still lying with his eyes shut, face turned to the ceiling. How I act with her is my normal personality, he said. Maybe I'm just a weird person”.
Il senso d'identità
Mentre Marianne si libera prende il volo allontanandosi dai giudizi dei compagni di classe del liceo ed è finalmente libera di crescere e di coltivare nuove amicizie, Connell si sente lontano dal suo habitat naturale e ha l’impressione di essere stato catapultato in un mondo in cui non esiste un posto per lui. Dopo i vani tentativi di integrazione, Connell deve fare i conti con la propria identità e le proprie ambizioni. È solo in questo momento che si rende conto di quanto il giudizio degli altri l’avesse influenzato e guidato nella sua percezione di sé:
“Back home, Connell's shyness never seemed like much of an obstacle to his social life, because everyone knew who he was already, and there was never any need to introduce himself or create impressions about his personality. If anything, his personality seemed like something external to himself, managed by the opinions of others, rather than anything he individually did or produced. Now he has a sense of invisibility, nothingness, with no reputation to recommend him to anyone.”
Il senso d’identità di Connell è tanto debole che, all’inizio del libro, sembra dubitare addirittura delle proprie opinioni, condizionato da ciò che gli altri dicono di lui:
"Everyone is so convinced of his attraction to Miss Neary that sometimes he starts to doubt his own instincts about it”.
Solo grazie alla presenza reciproca, Connell e Marianne riescono gradualmente ad accettare chi sono.
Conclusione
“Normal People” ha il pregio di rendere intimo e profondo il racconto di una relazione adolescenziale, riversando nel testo domande e dubbi esistenziali sulla propria identità, e sul rapporto con gli altri. Un emozionante percorso di crescita alla ricerca di se stessi per imparare a usare la propria individualità come metro di giudizio e riflettere sulla dannosa definizione di “normalità”.
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